Il corallo è uno dei materiali storicamente più ricercati per la creazione di gioielli e monili. Il colore vermiglio che lo caratterizza è ciò che lo ha reso così popolare sin dagli albori della storia, amato dalle donne e non solo.Il corallo è presente in natura come agglomerato calcareo, prodotto dall’unione di tantissimi microrganismi nelle profondità marine. È un materiale vivo e in quanto tale raro e delicato.
Il suo utilizzo nell’artigianato orafo italiano si può datare già al Quattrocento (frequentemente erano donati piccoli ciondoli ai nascituri di buona famiglia), ma per il sorgere delle prime vere e proprie aziende corallaie bisogna attendere fino all’ultimo decennio del Settecento. I grandi mercati del corallo sorsero a Torre del Greco, dove venne fondata la Real Compagnia del Corallo, e a Genova, nella storica via San Vincenzo: in queste due località gli artigiani producevano instancabilmente collane, orecchini, bracciali, cammei e molto altro in gran quantità. Gioielli oggi insostituibili e di impareggiabile bellezza, nonché originalità.
Possedere un monile vintage in corallo, tramandato da una nonna o da qualche anziana parente, è quindi tutt’altro che raro, ma oggi più che mai occorre conservarlo con cura. Dopo decenni di indiscriminata pesca del corallo, infatti, possedere un gioiello del genere è diventato difficile oltre che estremamente impegnativo economicamente. I fondali depauperati hanno fatto contrarre significativamente la produzione e di conseguenza innalzato il prezzo di mercato.
Tuttavia, grazie alle gioiellerie vintage, ancora oggi è possibile soddisfare il desiderio di possedere un prezioso del genere: gli orafi della gioielleria Caselli, ad esempio, grazie all’esperienza e alla raffinatezza maturata in quasi settant’anni di attività, sono tra i pochi tutt’ora in grado di offrire gioielli di corallo dal gusto retrò, ma dalla bellezza intramontabile.
L’usura del corallo
Per quanto apparentemente solido e resistente, il corallo è in realtà uno dei materiali più delicati dell’oreficeria: facile a graffiarsi, sensibile alla corrosione e persino al calore. L’utilizzo e lo scorrere del tempo ne comportano inevitabili alterazioni nell’aspetto esteriore.
Ciò che unanimemente viene riscontrato è l’opacizzazione della superficie in origine lucida e brillante. Erroneamente, di fronte a tale metamorfosi, molti temono di avere tra le mani un corallo falso, al pari di un gioiello in oro bianco o argento che con l’ossidazione si rivelasse essere uno scadente pezzo di bigiotteria.
In realtà l’opacizzazione del corallo è quanto di più naturale possa avvenire: l’aspetto lucido è infatti il prodotto di un intenso e complesso lavoro degli artigiani corallai, che ne eliminano solo temporaneamente il naturale aspetto opaco.
Come conservare i gioielli in corallo
Per prolungarne il più possibile l’aspetto lucido e vermiglio di quando sono stati forgiati, è imperativa l’adozione di alcuni accorgimenti nell’uso quotidiano e nella conservazione.
Occorre evitare tassativamente il contatto tra questo tipo di gioielli e prodotti alcolici o corrosivi, anche per il corpo. Se si sta quindi per indossare la propria collana di corallo rosa a tre fili, bisogna avere riguardo che il décolleté non sia più inumidito da creme o lozioni. Stesso dicasi se si stanno indossando dei deliziosi orecchini a sfera: in tal caso è necessario avere l’accortezza di non vaporizzare con disinvoltura lacche o profumi, la cui base alcolica potrebbe irrimediabilmente corrodere il corallo.
Altrettanta attenzione è indispensabile anche per il proprio stesso sudore: seppur non sembri esserci miglior occasione per indossare un torchon rosso con cammeo di un pranzo estivo, ne è sconsigliabile l’utilizzo se si prevede di sudare copiosamente. L’acidità del sudore è infatti acerrima nemica della brillantezza del corallo.
I gioielli in corallo è inoltre opportuno che vengano riposti lontano da fonti dirette di calore, che potrebbero sbiadirli irrimediabilmente. L’ideale sarebbe la conservazione in un sacchetto di velluto, separati da altre gioie che rischierebbero di graffiarne la superficie.
La manutenzione ordinaria del corallo
Come già ampiamente sottolineato si tratta di preziosi estremamente delicati, ragion per cui la pulizia fai da te dovrebbe essere evitata senza eccezioni o fortemente limitata agli esempi seguenti.
Onde evitare l’accumolo di polvere tra le pietre o le montature metalliche può essere utile massaggiarli (non sfregarli), usando assoluta delicatezza, con un panno morbido in lana, camoscio o microfibra (con un comune panno per occhiali ad esempio). Nel caso sia già presente della sporcizia è possibile aggiungere dell’acqua e una goccia o due di sapone, obbligatoriamente neutro. Mai utilizzare detersivi o altre tipologie di saponi, troppo aggressivi per la superficie del corallo. Stesso dicasi per l’ammoniaca, spesso incautamente consigliata ed usata per la pulizia di questa tipologia di gioielli, che ne escono irrimediabilmente deturpati.
Lucidatura del corallo
Tra tutti gli interventi di manutenzione questo è senza dubbio il più difficile da riprodurre autonomamente. Le nonne spesso tramandano l’utilizzo di una goccia di olio di oliva e un panno morbido: rimedio che tuttavia ripristinerà la lucidità della perla solo momentaneamente.
Non esistono altri rimedi fai da te alla perdita di opacità del corallo, la quale può essere ripristinata solo con il sapiente intervento di un gioielliere, esperto in coralli, che saprà eseguire nuovamente la lucidatura a regola d’arte e senza rischi.
L’importante contributo dell’esperto
La delicatezza del corallo fa sì che siano pochi artigiani e gioiellieri vintage a padroneggiare i segreti e le tecniche per il suo mantenimento. Per garantire quindi una vita longeva ai propri preziosi non vi è scelta più saggia che quella di rivolgersi al proprio gioielliere di fiducia, anche a cadenze regolari.
Se si possiede una collana di corallo, ad esempio, è opportuno richiederne il periodico cambio del filo: si tratta infatti di semplice cotone che potrebbe facilmente usurarsi e rompersi, magari proprio mentre la si indossa.
La lucidatura invece avviene tramite l’ausilio di appositi macchinari industriali e con prodotti chimici sapientemente scelti per non corrodere le perle.
Anche nel caso in cui si possegga un gioiello in corallo non più di proprio gusto, l’aiuto di un gioielliere vintage può rivelarsi essenziale: questi è infatti l’unico capace di dargli nuova vita, senza svilire il materiale o danneggiarlo.
I consigli di cui sopra sono semplici accorgimenti, che un proprietario o una proprietaria diligente dovrebbe seguire, senza tuttavia sentirsi mai intimorito da questi. I gioielli in corallo vanno vissuti, amati e indossati: perché, tra tutti, non c’è peccato più grande di lasciarli sepolti nel fondo di un cassetto.